Cosa cercate voi in un momento di sconforto?
Io ho sempre amato rifugiarmi nell’abbraccio di mia nonna. Accogliente, avvolgente, tranquillizzante.
Ricordo di lei ogni carezza. Delicata ma decisa, forte abbastanza da trasmettermi coraggio, calda per donarmi amore, calma per tranquillizzare il mio animo. Con le sue morbide e sicure mani, riusciva come un tocco magico a ridonarmi il sorriso. Mia consigliera, amica fidata, saggia nelle sue parole.
Sono sempre stata una ragazza timida ed introversa, da bambina- se possibile -ancora di più.
Non sempre ho avuto la prontezza di reagire alle avversità che le persone con noncuranza ponevano sul mio cammino.
Io, ad esempio, mi chiudevo a riccio. E quante persone come me accumulano tante cose durante la giornata nascondendosi dietro ad un sorriso, per poi cercare solo rifugio dentro ad un abbraccio? Di quelli che ti avvolgono e ti proteggono, scrollandoti da dosso tutte le negatività.
Ancora oggi mi capita di rivivere le stesse emozioni, soprattutto tramite web. Mi sono messa in gioco, combattendo le mie insicurezze e lottando contro la mia timidezza, anche se non si direbbe. Spesso rispondo con il sorriso, ma non sempre quel sorriso vuol dire che sono serena.
Però, come ben sappiamo, la rosa non è una vera rosa se non ha le spine. E non poche volte è capitato di riscontrare dall’altra parte del web un atteggiamento diverso dal mio, poco amichevole e pungente. Son consapevole che questo è il rischio che si corre, e so che dietro ad uno schermo che ci divide è facile colpire e ricevere colpi.
Ecco, queste sono le volte in cui sento ancora il bisogno di rifugiarmi di nuovo in un suo abbraccio. Con lei mi sento me stessa, non devo trattenere le mie emozioni e son certa che se dovesse scapparmi una lacrima lei sarebbe pronta ad asciugarla. Ascoltare i suoi preziosi consigli, mentre, tenendoci per mano, ci beviamo una tazza di tè. Perché lei riesce sempre a farmi vedere l’altro lato della medaglia, il bello dello cose, a darmi la carica e la forza necessaria per continuare nonostante spiacevoli episodi.
Ed è per questo che vi parlo di lei.
Tenderly mi ha dato la possibilità di raccontare una persona che per me rappresenta la forza, ma al contempo la delicatezza, in un momento sociale un po’ difficile, dove a prevalere è l’aggressività.
Dovremmo tutti fermarci e cercare un modello da imitare. Che sia un padre, una madre, un amico. Dovremmo cercare il bello delle persone che ci circondano ed allontanare questo clima astioso, aggressivo che ultimamente prevale nella nostra società.
Io ho scelto mia nonna.
Le sue mani delicate, che profumano di buono, sono paragonabili alla morbidezza dei fazzoletti carezze di latte tenderly.
Bianchi, candidi e avvolgenti proteggono le pelli più sensibili dagli attacchi esterni così come gli abbracci delle persone a noi care che ci sostengono nei momenti di sconforto.
Mia nonna ci ha insegnato a trasmettere il bene, perché l’amore genera amore.
Lei, il pilastro della mia famiglia, che da sempre si prende cura di tutti noi e che trasmette lo stesso amore avvolgente anche ai miei figli.
A lei, devo quel che sono oggi, da timida bambina riccia, a donna, mamma, oltre che moglie ed amica.
E se ho imparato qualcosa da mia nonna, è proprio il saper trasmettere quel senso di protezione attraverso un abbraccio, dove ogni volta accolgo i miei bambini, sperando di infondergli la stessa sensazione di fiducia che mia nonna mi regala sempre con il suo tocco magico.