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Un trattamento osteopatico tra un relevè e un arabesque

Aprile 27, 2020
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La danza classica risulta essere una disciplina spesso scelta dalle bambine e tutte sognano, un giorno di indossare tutù e punte.

Sicuramente è uno sport che insegna la grazia, il portamento e richiede tanti sacrifici, soprattutto se praticato ad alti livelli. Sin da piccole al primo posto c’è la disciplina.

 

Ma è tutto oro ciò che luccica?

Purtroppo la disciplina e i duri allenamenti imposti alle danzatrici, sin da giovanissime, può creare conseguenze sulla postura.

Infatti la ricerca della postura “perfetta” nella danza classica avviene sin da piccolissime e se ciò avviene in fase di crescita, può influenzare a tal punto di modificare le curve fisiologiche della colonna vertebrale.

È frequente riscontrare nelle ballerine di danza classica una riduzione di tutte le curve e la colonna diventa rettilinea.

Osteopatia in aiuto alla danza classica 

Tipicamente l’osteopata tende a “sbloccare” i punti di rigidità per poter migliorare la postura, ma nella danza la regola cambia. Infatti i ballerini, soprattutto il sesso femminile, sono iper-mobili, cioè che le loro articolazioni si muovono troppo.

Quindi andare a “sbloccare” un punto di rigidità potrebbe essere un grave errore, in quanto potrebbe rappresentare proprio la zona prioritaria per poter mantenere un giusto equilibrio e permettere una buona performance. 

Il piano di trattamento deve essere studiato sulla base delle conoscenze della biomeccanica classica e quella applicata alla danza. Sicuramente conoscere i movimenti tecnici e magari averli vissuti in prima persona, aiuta sicuramente il professionista nel suo lavoro. 

Potrebbe essere utile, dopo un’attenta valutazione, collaborare con l’insegnante per poter lavorare su alcuni deficit riscontrati durante la visita osteopatica. 

Quali sono i principali infortuni?

Sono frequenti tutti quegli infortuni causati dallo stress meccanico su muscoli, tendini e articolazioni causati dall’overtraining (troppo allenamento). La ricerca della perfezione, tipica di questa disciplina, tende a far ripetere più e più volte la figura al ballerino, andando però a sottoporre a forti stress il proprio corpo. 

Inoltre l’utilizzo delle punte per le ballerine rende instabile la caviglia, predisponendo a distorsioni. Questo, però, non è l’unica conseguenza; se il collo del piede non è ben sviluppato, il piede e la gamba non lavorano in modo ottimale, portando anche in questo caso delle tensioni. 

Da non dimenticare i possibili traumi ripetuti causati dai salti, seppur controllati e supportati da una buona tecnica, se ripetuti nel tempo possono addirittura causare delle micro-fratture da stress.

 

Quali sono i consigli dell’osteopata?

Prima di tutto è fondamentale inserire nel piano di allenamento degli esercizi propriocettivi, sia per migliorare le performance durante pirouette e equilibri, ma anche a titolo preventivo per eventuali distorsioni di caviglia. 

Si consiglia spesso, soprattutto ad alti livelli, di fare controlli periodici per la postura e per identificare anche i deficit presenti, in modo da valutare la possibilità di integrare i propri allenamenti con degli esercizi specifici compensatori. 

E per i ballerini in “pensione?

Una volta abbandonata questa disciplina, è ricorrente trovare gli ex-ballerini con una lista infinita di dolori.

Questo succede perché la danza classica ha aumentato la mobilità delle articolazioni, rendendole ipermobili.

Non facendo più un’attività fisica elevata si perde la tonicità muscolare e quindi è come se il corpo non avesse più un sostegno. Dunque per stare in piedi i muscoli lavorano in modo spropositato, causando così contratture con relativi dolori. 

Viene spontaneo pensare di rinforzare la muscolatura, ma il consiglio è di interfacciarsi con un osteopata, che dopo un attenta valutazione sarà in grado di presentare un piano terapeutico personalizzato per quel paziente. 

 

Post a cura dell’Osteopata Elisa Cornacchia


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