Kids Salute e Benessere

TERAPISTA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITA’ DELL’ETA’ EVOLUTIVA CHI E’?

Ottobre 15, 2021
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Il Terapista della neuro e psicomotricità (anche detto TNPEE oppure neuropsicomotricista) è un professionista sanitario, riconosciuto dal Ministero della Sanità, che si occupa della prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili.

La Terapia della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva ha lo scopo di sostenere lo sviluppo del bambino in età pre-scolare e scolare, sostenendo le abilità nelle diverse aree di funzionamento in un’ottica integrativa, con uno sguardo costante alla globalità e unicità di ogni singolo bambino.

Il bambino viene preso in carico, insieme alla sua famiglia, e da quel momento inizia un viaggio alla scoperta delle ricchezze, mi piace definirle così, del bambino ossia dei suoi punti di forza grazie ai quali andremo a migliorare i punti di debolezza ovvero le abilità carenti, andremo ad accrescere il senso di efficacia e l’autostima, oltre che a contribuire alla regolazione e stabilizzazione di uno sviluppo affettivo-relazionale armonico.

Il neuropsicomotricista si prende cura del bambino e della sua famiglia a 360 gradi; lavora giocando con il bambino, Johann Paul Friedrich Richter diceva “Giocare è una cosa seria,anzi tremendamente seria” e non possiamo fare altro che dargli ragione.

Azione motoria, corpo e gioco: ecco la valigetta del neuropsicomotricista.

 

ENTRIAMO IN STANZA

La stanza di un neuropsicomotricista viene amorevolmente definita dai bambini come “la stanza dei giochi” un mondo a misura di bambino, in cui potersi divertire apprendendo, migliorandosi, superando le proprie difficoltà. Spesso con i bambini più piccoli si cerca di coinvolgere i genitori in terapia, in modo tale che possano vedere come interagisce il terapista con il bambino per poter riprodurre alcune strategie e dinamiche anche a casa.

Solitamente in terapia c’è una situazione di routine inziale: ci si toglie le scarpe, ci si mette le calze antiscivolo e ci si saluta, guardandosi negli occhi…si saluta la mamma qualora non fosse prevista la

sua presenza nel setting e poi c’è la parte centrale, in cui vengono fatte delle proposte di gioco al bambino con il fine di raggiungere degli obiettivi che ci si è fissati nel progetto riabilitativo individuale.
Le attività variano in base agli obiettivi da raggiungere. Si possono usare giochi poco strutturati che facilitano l’immaginazione, la creatività, il movimento, quindi si usano materassi, cuscini di gomma piuma con cui i bambini possono costruire, creare, organizzare percorsi motori.

O giochi, invece, più strutturati per raggiungere obiettivi più specifici che possono essere: giochi in scatola sull’attenzione, sulla memoria, infilare le perline per la motricità fine, giochi di esplorazione sensoriale, libricini, macchinine, bambole, la cucina per fare gioco simbolico.

Infine c’è il momento conclusivo della seduta, un rituale per chiudere l’incontro dove generalmente si fa un disegno e cantando una canzoncina si rimettono le scarpe.

CHI DEVE RIVOLGERSI AL NEUROPSICOMOTRICISTA?

Tuo figlio non si gira quando lo chiami?

Parla in modo strano, ripete subito dopo quello che gli dici o lo ripete a distanza di tempo senza un nesso logico?

Sembra non giocare con nulla in modo funzionale?

Tuo figlio inciampa spesso, è un po’ goffo e cammina male?

Cambia tanti giochi e non ne porta a termine mai uno?

Si dedica sempre agli stessi giochi e si arrabbia se cambia qualcosa?

È poco preciso nei disegni e nelle attività di manipolazione?

Sembra non ascoltarti, non rispetta le regole ed è sempre agitato?

Sembra ignorare gli altri bambini e ha la tendenza ad isolarsi?

Ci sono dei così detti “ campanelli di allarme” che è bene non sottovalutare, rivolgersi ad uno specialista e confrontarsi può essere sempre la strada migliore per aiutare se stessi ed il proprio bambino.

post a cura di Cristina Esposito


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