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Io sono. Io sono come vorrei essere

Novembre 25, 2021
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Il Body Positive tradotto in italiano nel suo senso più ampio significa: positività del proprio corpo.
Il termine “body-positive” nasce tra il 2010 e il 2011 grazie ad alcune donne attiviste nere dalla corporatura robusta e abbondante, con un fisico cioè non in linea con l’estetica dominante. Cominciarono a postare contenuti sui social usando l’hashtag #BodyPositivity per promuovere un messaggio positivo atto a rivalutare chi ha un corpo che non rientra nei canoni preconfezionati dagli standard di bellezza contemporanei. Il Body Positive propone di accettare, valorizzare e amare il proprio corpo ma anche quello altrui. Questo movimento tuttora attivo chiede che ogni tipo di corpo sia adeguatamente rappresentato sui media, che non ci sia più discriminazione e che la cultura delle diete e dei corpi “perfetti” da bikini diventino due concetti obsoleti.


Il Body Positive si pone inoltre come antidoto contro il linguaggio d’odio basato sul cosiddetto Body Shaming ossia quei contenuti che ridicolizzano e offendono chi non si allinea alle forme fisiche dettate dalla comunicazione di massa. È ormai una triste consuetudine trovare messaggi e commenti che prendono di mira le imperfezioni, le disabilità, il sovrappeso, le taglie extra, le etnie, il genere o qualunque pretesto fisico per usare violenza verbale e psicologica verso il prossimo.
Come la stessa Amnesty International afferma, il Body Shaming è liquido, perché si propaga con forza in modo rapido e a ampio raggio, difficile da contenere. È Pericoloso, perché il suo sdoganamento è al tempo stesso causa e effetto di un processo di cambiamento culturale che conduce a manifestazioni di discriminazione e intolleranza offline. Il Body Shaming in rete rappresenta un fenomeno esteso e trasversale, colpisce chiunque non renda omologato il proprio aspetto. Questi contenuti a volte sono incitati da politici e personaggi influenti, in altri casi la scintilla è innescata da notizie o fake news. Come agire se si è vittime di Body Shaming? Denunciare senza indugio.


Il body shaming, che si definisce come l’atto di suscitare vergogna in qualcuno per il proprio aspetto con una condotta derisoria, non è di per sé reato. Tuttavia il body shaming si trasforma in reato quando integra alcuni elementi tipici di altri reati come:
● la diffamazione e cioè quando almeno due persone vengono a conoscenza di un’offesa o un’ingiuria lesiva della reputazione della vittima; la diffamazione diventa aggravata quando addirittura è pubblica, come sui social network – art. 595 C.P. che prevede una reclusione da 6 mesi a 3 anni e multa di almeno 516 €
● lo stalking e cioè quando le frasi denigratorie diventano costanti nel tempo tali da far maturare nella vittima uno stato d’animo di disagio e agitazione e/o portarla a modificare le abitudini della propria vita in modo tale da evitare la persona autrice degli insulti, quegli insulti che portano chi li riceve a vergognarsi del proprio corpo – art. 612-bis C. P. che prevede la reclusione da 1 anno a 6 anni e 6 mesi.
● l’istigazione o aiuto al suicidio e cioè quando il body shaming è un elemento che gioca nel maturare nella vittima la determinazione o rafforza il proposto al suicidio – art. 580 del C. P. che prevede la reclusione da 5 a 12 anni. Se il suicidio non ha luogo, è punito con la reclusione da 1 a 5 anni. Se poi la vittima è minore di 14 anni o se non è in grado di intendere o di volere si applicano le pene relative all’omicidio.
Quando invece il Body Shaming non integra nessuno dei tre reati appena indicati allora si ricorre agli strumenti contro il cyberbullismo (L. 71 del 2017). Se la vittima è un minore ma ha già compiuto 14 anni potrà agire in prima persona senza essere costretto a ricorrere alla patria potestà.
Come potete vedere le leggi e le pene esistono e possono essere ben applicate dalla magistratura quindi alle vittime non resta che il diritto e dovere di denunciare perché, come abbiamo già ribadito, una società più giusta e matura può realizzarsi solo se chi sbaglia viene perseguito e se, questo va sottolineato, si costruiscono e si mette in atto tutto un ventaglio di azioni politiche, sociali, culturali e didattiche atte a prevenire il body shaming.

 

post a cura di Mariagrazia Santosuosso


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