Durante la gravidanza pensavo spesso come sarebbe stato il giorno del parto, dove mi sarei potuta trovare se avessi rotto le acque o cosa si potesse provare ad avere le contrazioni.
Ho desiderato fortemente il parto naturale nonostante abbia sentito urla indemoniate fuori la sala parto, ma quelle urla seppur mi abbiano spaventata mi hanno trasmesso un’emozione immensa.
Ed invece durante una delle ultime visite il dottore mi comunica che Raffaele aveva due giri di cordone intorno al collo e per il suo bene e per non farmi soffrire ulteriormente la soluzione migliore per noi era il taglio cesareo.
Inizialmente rimasi delusa, ma poi man mano mi convinsi che era la soluzione giusta per noi e l’importante era far nascere mio figlio con meno sofferenze possibili.
Mi rincuorava sapere la data del parto, e non continuare a navigare nel buio, così quel giorno potevo essere pronta e carica ad abbracciare per la prima volta quello scricciolo che avevo portato per nove mesi in grembo.
È così il 14/08/2014 alle 7 del mattino mi avviavo in clinica con mio marito ed i miei genitori. Ricordo che la sera prima faticai a chiudere occhio, sia per il caldo, sia per l’enorme pancione che ormai era diventato ma soprattuto per il battito del mio cuore che sembra volesse uscirmi dal petto.
Arrivata in clinica mi fecero entrare in stanza e dopo i vari controlli, tracciati ed esami mi fecero indossare il camice verde.
Ero totalmente inconsapevole di cosa mi stava per accadere, giocavo, ridevo e scattavo foto con il resto della mia famiglia che intanto mi aveva raggiunto.
Nonostante fosse il giorno prima di ferragosto c’erano venti persone a farmi compagnia, immaginate che stava per nascere il primo nipote sia da parte della mia famiglia che quella di mio marito.
Mentre chiacchieravamo e aspettavamo che il ginecologo terminasse il cesareo precedente al mio, entrò l’infermiera con la barella per portarmi in sala parto.
Ricordo ancora la sensazione di quando uscii dalla camera distesa sulla barella per andare all’ascensore… Un vuoto totale!
Poi incrociai gli occhi di mio padre ed iniziai a piangere, iniziai finalmente a realizzare che stava per nascere mio figlio di li a poco.
È stato il primo intervento di tutta la mia vita e ritrovarmi da sola in quella sala mi provocò un’ansia enorme.
Ricordo tutto quello che è stato, credo che una mamma non possa mai dimenticare a prescindere dal parto che fa, ma lo ricordo con un velo di angoscia. Non ero serena, mentre i dottori procedevano con le loro manovre, io non riuscivo a godermi il momento, nonostante non dovessi ne’ spingere ne’ urlare, guardavo diritta il soffitto e aspettavo.
Poi dopo 5 minuti, ma che a me erano sembrati 5 ore, tirano fuori Raffale!
Il suo pianto e subito dopo il mio, le sue mani sul mio collo, la sua bocca sul mio seno, sono immagini che ho ancora vive dentro di me.
Raffaele nacque alle ore 11:18 di 3190 kg tutto paffutello e con le mani affusolate identiche a quelle di mio suocero.
Mi riportarono in camera mentre Raffi rimase nel nido per i controlli.
Li c’era tutta la mia famiglia ad aspettarmi con il sorriso stampato in faccia, Raffaele aveva già rapito il cuore di tutti.
Le ore successive non furono facili per me, passata l’anestesia il dolore si faceva sentire nonostante l’antidolorifico e avevo delle fortissime contrazioni per far restringere l’utero.
Insomma non riuscivo a credere di dover soffrire in quel modo e non riuscirmi a godere per nulla la mia famiglia e la felicità di quel giorno ma soprattutto il mio bambino.
Ho invidiato le mie amiche che non hanno sofferto minimamente e ho odiato chi mi ha sempre detto “vedrai sarà una passeggiata”.
Ma non è meglio che ci si prepara psicologicamente che si deve soffrire quel giorno ?? Tanto una mamma lo dimentica lo sappiamo.
Lo dimentica già dal primo momento che entra quel carrellino in stanza con dentro suo figlio e cosi lo vedi per la prima volta con calma e te lo puoi tenere fra le tue braccia, insieme a tuo marito. Io aspettavo ogni volta quel rumore delle rotelle sul pavimento e appena lo sentivo iniziava il batticuore perché stava per arrivare Raffaele.,
Vogliamo parlare dell’odore e della pelle di pesca che hanno ?
Una mamma in quei giorni incamera tanto;profumi, sensazioni, emozioni e paure. Inizia a prendere confidenza con quella che sarà poi la sua vita ma poi quando si torna a casa tutto è accentuato all’ennesima potenza.
Il giorno del parto è un’esperienza che segna per sempre la vita di una donna, ti fa tirare fuori una forza immane che non sai di possedere, ti ammazza di dolore, ti fortifica… ma ti rende una mamma e non esiste cosa più bella ed emozionante al mondo.
Frac komina
Luglio 21, 2016 at 7:01 amChe meraviglia. Mi ricorda il mio primo cesareo per la mia terza figlia anche lei nata il 14/08 ma del 2004… quanta ansia ma che felicità poi
Marica Ferrillo
Luglio 21, 2016 at 8:12 amFrack chi meglio te può descrivere questo giorno…te l'ho sempre detto sei il mio idolo ed essere mamma di 5 figli ti fa onore
Marica Ferrillo
Luglio 21, 2016 at 11:39 amMaria sole felice del tuo commento❤️ Un bacio enorme a voi