Lo sviluppo del linguaggio è un processo caratterizzato da una grande variabilità inter-individuale; ogni bambino infatti sviluppa il linguaggio secondo i propri tempi e le proprie capacità. Motivo per cui non bisogna subito allarmarsi laddove la produzione verbale non corrisponda esattamente alle tappe fisiologiche dello sviluppo comunicativo- linguistico. Piuttosto è importante osservare i prerequisiti del linguaggio, considerati propedeutici e predittori per un successo linguistico.
PREREQUISITI DEL LINGUAGGIO
1. INTENZIONALITA’ COMUNICATIVA: E’ il desiderio da parte del bimbo di comunicare; si sviluppa fin dai primi mesi, fino a stabilizzarsi dal 9° mese di vita.
2. CONTATTO OCULARE: E’ la capacità del bambino di guardare negli occhi un’altra persona e si sviluppa precocemente.
3. ATTENZIONE CONDIVISA: Indica la condivisione dell’attenzione tra due individui e un terzo oggetto (sguardi-gesti); questa competenza si affina verso i 10-11 mesi.
4. ALTERNANZA DEL TURNO:Capacità di alternare momenti in cui intervenire nello scambio comunicativo a momenti in cui restare in ascolto.
5. USO DEI GESTI: I gesti precedono le parole, verso i 9 mesi emerge il gesto dell’indicare e a 12 mesi i gesti referenziali (battere le mani).
6. IMITAZIONE: E’ alla base dello sviluppo del linguaggio, i bambini imparano a parlare attraverso l’osservazione e quindi l’imitazione.
7.GIOCO SIMBOLICO: Capacità di rappresentare qualcosa che non è presente , “far finta di “, compare verso i 12 mesi.
Tuttavia è importante sapere che i prerequisiti così come il linguaggio, non emergono spontaneamente bensì attraverso l’ascolto delle voci e dei suoni, fin da piccoli.
Questo ci fa capire quanto sia fondamentale il ruolo dei genitori nella stimolazione quotidiana per lo sviluppo del linguaggio.
Pertanto fin dai primi mesi di vita è importante interagire con i propri bimbi sia attraverso una comunicazione verbale che non verbale (mimica-gestuale), posizionandoci in una posizione frontale o laterale così da consentire al bimbo di osservare il nostro volto; bisogna parlare lentamente, scandendo bene le parole, modulando molto la prosodia, così da attirare maggiormente la loro attenzione.
Tutto ciò può avvenire sia ritagliandosi un momento della giornata dedicata al gioco diretto con il proprio bimbo ma soprattutto durante le esperienze quotidiane come il cambio pannolino, il bagnetto o semplicemente mentre si prepara la cena.
QUANDO PREOCCUPARCI?
Laddove parte dei prerequisiti del linguaggio non siano presenti e le tappe comunicative-linguistiche non corrispondano alle tappe fisiologiche di sviluppo, è consigliabile rivolgersi al pediatra che vi
indirizzerà sul giusto percorso da intraprendere laddove necessario.
E IL CIBO? COME INFLUISCE SUL LINGUAGGIO?
Lo svezzamento e il linguaggio si sviluppano di pari passo in quanto le strutture anatomiche coinvolte nel linguaggio sono le stesse che utilizziamo quando mangiamo. Per questo è consigliabile fin dall’inizio
dello svezzamento, favorire in maniera fisiologica sia l’abilità masticatoria che deglutitoria così da far sì che anche le altre funzioni orali come respirazione e articolazione del linguaggio, siano adeguate. Laddove ci sia un utilizzo prolungato del biberon oltre i 24 mesi, vi è una buona probabilità di dar luogo ad una deglutizione di tipo disfunzionale, quindi una spinta della lingua contro i denti che oltre a creare malocclusioni dentali, andrebbe a manifestarsi anche durante l’articolazione fonematica.
Allo stesso modo l’introduzione tardiva di cibi solidi e una ridotta masticazione di essi, non favoriscono un adeguato sviluppo del distretto oro-bucco-facciale.
Noi impariamo a parlare attraverso la diretta esperienza sensoriale, attraverso l’imitazione, la condivisione, motivo per cui dovremmo lasciare che i nostri bimbi possano portare le mani alla bocca, possano sporcarsi, toccare, manipolare, schiacciare il cibo. Dobbiamo condividere con i nostri bimbi il momento del pasto così da essere faccia a faccia e far sì che possano imitarci.
Questo significa che il momento del pasto dovrebbe essere considerato non solo come un momento che crea apporto nutrizionale ma come un momento di crescita, per fare nuove esperienze, quindi come un momento di apprendimento a 360° dove vengono coinvolti tutti i sensi. Il bambino infatti può imparare a stare attento, a relazionarsi, a comunicare, affinare la motricità, imparare ad osservare, imitare e quindi PARLARE.
“DOBBIAMO RICORDARE CHE NON E’ IMPORTANTE SOLO COSA MANGIAMO MA ANCHE IN CHE MODO LO FACCIAMO PERCHE’ E’ PROPRIO DA CIO’ CHE DIPENDERA’ LA NOSTRA BOCCA E LA CRESCITA DELLE NOSTRE STRUTTURE ANATOMICHE, OSSA, MUSCOLI E DENTI.
articolo scritto dalla dottoressa Giovanna Cavallo